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Elisabetta II riunita al suo amato Filippo nell’ultimo viaggio

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LONDRA – A seguito del funerale di Stato svoltosi a Westminster Abbey, l’ultimo viaggio di Elisabetta II sarà diretto a St. George’s Chapel all’interno delle mura del Castello di Windsor ove si ricongiungerà con il suo amato Filippo d’Edimburgo.

Le spose dei defunti coniugi reali riposeranno l’uno accanto all’altra secondo le precise volontà di Sua Maestà la Regina Elisabetta II. Un amore eterno di reciproco rispetto e sostegno. Filippo, sempre un passo indietro rispetto alla sua amata, è stato “la roccia” della Regina secondo quanto da lei stessa espresso. Un amore iniziato in giovane età ed il cui matrimonio fu festeggiato proprio nell’Abbazia di Westminster nel lontano 20 novembre del 1947. La coppia, un esempio, a sentire i commenti della popolazione, aveva festeggiato i suoi 73 anni di matrimonio pochi mesi prima che il duca scomparisse, nell’aprile 2021, alla veneranda età di 99 anni.

Elizabeth si era innamorata di quel ragazzo «bello come un vichingo», come confidò alla sorella Margaret, quando aveva solo 18 anni. E da allora «aveva avuto occhi solo per lui», come ha spiegato a People Bedell Smith, autore di Elizabeth The Queen. E Filippo, pur rispettando sempre la regola reale dei «tre passi indietro», senza mai dimenticare mai chi avesse in testa la corona, per settantatre anni è stato «semplicemente la mia forza», come ha scritto la sovrana subito dopo la morte del marito.  

Non in pochi mormorano che la salute della regnante fosse peggiorata drasticamente dalla morte dell’amato compagno di vita. L’uso del bastone, le notti in ospedale, l’assenza ed il posticipo di numerosi appuntamenti pubblici e non, sono stati segnali chiari di un costante ed incessante deteriorarsi delle sue condizioni.

L’allarme, tuttavia, è scattato quanto, durante l’ultimo atto ufficiale – la nomina a Balmoral della nuova premier Liz Truss – Sua Maestà è apparsa molto dimagrita, con evidenti segni viola sulle mani. Plausibile dunque sia che la morte del suo consorte l’abbia segnata e che senza quella sua “roccia” il declino delle sue condizioni non potesse che essere irrimediabile. Oggi, però, dopo poco più di un anno la Regina può finalmente congiungersi con il suo Filippo in un nuovo lungo viaggio.

Il feretro di Queen Elizabeth sarà deposto nella Royal Vault della St. George’s Chapel, la cui costruzione fu iniziata nel 1475 da re Edoardo IV e completata più di 50 anni dopo da re Enrico VIII. Lì, oltre all’amato Filippo, riposano (nella King George VI Memorial Chapel) anche i genitori di Elisabetta, re Giorgio VI, morto nel 1952, la Regina Madre, morta nel 2002, così come sua sorella, la principessa Margaret, morta nello stesso anno della madre.

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Crollo al Centro Commerciale Campania, la Procura apre un’inchiesta: i dettagli

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Attimi di paura all’interno del Centro Commerciale Campania di Marcianise, dove lo scorso sabato sera è crollata una controsoffittatura.

Pertanto la Procura ha aperto un’inchiesta, con i Vigili del Fuoco di Caserta intervenuti sul posto per i rilievi del caso. Ecco quanto dichiarato dal comandante Paolo Massimi:

“Avremmo potuto raccontare una storia diversa e molto tragica se il crollo fosse avvenuto alcune decine di minuti prima”.

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Napoli, cagnolina scuoiata viva da due uomini e abbandonata in uno scasso: è stata adottata

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La storia che vi stiamo per raccontare è quella di una cagnolina ritrovata alcuni giorni fa in uno scasso a Poggioreale, mentre versava in gravi condizioni a seguito di un’aggressione subita.

Infatti due uomini l’hanno scuoiata viva e abbandonata al suo destino. Per fortuna Stella Gervasio, presidente dell’associazione ‘Animal Day’ l’ha adottata, dopo che la cagnolina è stata sottoposta ad una serie di interventi chirurgici.

A tal proposito ecco il commento del deputato Francesco Emilio Borrelli:

“Ora bisogna trovare i criminali che l’hanno seviziata. Secondo le testimonianze si tratta di due adulti che parlano un dialetto campano e hanno inferto queste atrocità sulla cagnetta con estrema perizia e accuratezza. Vanno trovati ed assicurati alla giustizia”.

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Stati Generali della Natalità, Papa Francesco: “Senza bambini e giovani un Paese perde il suo desiderio di futuro”

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In occasione degli Stati Generali della Natalità, Papa Francesco è tornato su questo delicato tema che sta tenendo banco nelle ultime settimane. Ecco le sue dichiarazioni:

“Il calo della natalità deve essere affrontato con lungimiranza. A livello istituzionale urgono politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine. C’è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni. Per questo bisogna porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli; oppure liberare tante giovani coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale e dell’impossibilità di acquistare una casa”.

Poi, prosegue: “Il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo. Senza bambini e giovani un Paese perde il suo desiderio di futuro. In Italia, ad esempio, l’età media è attualmente di quarantasette anni, e si continuano a segnare nuovi record negativi. Purtroppo, se dovessimo basarci su questo dato, saremmo costretti a dire che l’Italia sta progressivamente perdendo la sua speranza nel domani, come il resto d’Europa: il Vecchio Continente si trasforma sempre più in un continente vecchio, stanco e rassegnato, così impegnato ad esorcizzare le solitudini e le angosce da non saper più gustare, nella civiltà del dono, la vera bellezza della vita. Il problema del nostro mondo non sono i bambini che nascono: sono l’egoismo, il consumismo e l’individualismo, che rendono le persone sazie, sole e infelici”.

Poi, il Pontefice ha ricordato che “in passato non sono mancati studi e teorie che mettevano in guardia sul numero degli abitanti della Terra, perché la nascita di troppi bambini avrebbe creato squilibri economici, mancanza di risorse e inquinamento. Mi ha sempre colpito constatare come queste tesi, ormai datate e superate da tempo, parlassero di esseri umani come se si trattasse di problemi. Ma la vita umana non è un problema, è un dono. E alla base dell’inquinamento e della fame nel mondo non ci sono i bambini che nascono, ma le scelte di chi pensa solo a sé stesso, il delirio di un materialismo sfrenato, cieco e dilagante, di un consumismo che, come un virus malefico, intacca alla radice l’esistenza delle persone e della società. Quindi il problema non è in quanti siamo al mondo, ma che mondo stiamo costruendo; non sono i figli, ma l’egoismo, che crea ingiustizie e strutture di peccato. E allora le case si riempiono di oggetti e si svuotano di figli, diventando luoghi molto tristi”.

Infine, ha concluso dicendo: “C’è un dato che mi ha detto uno studioso della demografia: in questo momento gli investimenti che danno più reddito sono la fabbrica di armi e gli anticoncezionali: uno distrugge la vita, l’altro impedisce la vita. E questi sono gli investimenti che danno più reddito, è brutto. Nelle case non mancano i cagnolini e i gatti, questi non mancano, mancano i figli. Il futuro non si costruisce solo facendo figli, manca un’altra parte importante, i nonni. Oggi c’è una cultura di nascondere i nonni, mandarli nella casa di riposo. E’ cambiato un po’ per la pensione…ma la tendenza è quella: scartare i nonni. Per favore non dimenticare i nonni, i nonni soli, i nonni scartati, questo è un suicidio culturale, abbiamo cura dei figli ma anche cura dei nonni, è molto importante”.

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